RESTITUIAMO AI BAMBINI IL LORO TEMPO
30-06-2017infanzia
La tendenza dei genitori è quella di "semplificare" la vita ai propri figli, ma così facendo li piriviamo della possibilità di apprendere
Ieri ho chiesto a un bambino di otto anni di togliersi le scarpe per poterlo misurare in altezza. Si è subito rivolto alla madre che si è abbassata per slacciare il nodo mentre lui stava immobile ad attendere. L’altro ieri ho fatto la stessa richiesta a un bambino di quattro anni che, invece, ha fatto da sé e la mamma è rimasta seduta a osservarlo. Due bambini, due stili educativi...
Spesso, infatti, siamo portati per “praticità” a semplificare la vita ai nostri figli come ha fatto la mamma del bambino di otto anni; ma così facendo li priviamo di un banale stimolo di apprendimento. È l’esatto contrario dell’educare. Se, invece, lasciassimo ai bambini il loro tempo per imparare-osservando, per imparare-sbagliando, capirebbero che per raggiungere un obiettivo ci vuole fatica, e che occorre provare e riprovare.
Pensate che iniezione di fiducia e di autostima per il bambino quando riuscirà nell’impresa. Sarà, a questo punto, un bambino che avrà imparato il metodo. Avrà imparato che apprendere è bello ma costa fatica, e che per farlo occorre osservare, poi provare e riprovare tante volte finché non si riesce. La tendenza dei genitori, invece, di solito è quella di anticipare il bambino, di aiutarlo oltre il dovuto affinché non si scoraggi…
Comincia così l'editoriale di Sergio Conti Nibali, pediatra e direttore di UPPA, che apre il prossimo numero della rivista, introducendo lo speciale "Prima del tempo", nel quale il pedagogista Daniele Novara parlerà del bisogno di concedere a ogni bambino i tempi per crescere e apprendere, senza pretendere che faccia cose per le quali non è ancora pronto, ma offrendogli le giuste opportunità per sviluppare la propria autonomia.