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  • CELLULARI E CERVELLO: QUALE RAPPORTO?

    22-04-2017
    generica

     

    La sentenza del Tribunale di Ivrea che ha condannato l’Inail a risarcire con una pensione un dipendente di azienda telefonica che ha avuto un neurinoma ed aveva a lungo usato un telefono cellulare propone il dubbio sui possibili rischi legati all’impiego di questi dispositivi. Sicuramente esiste un effetto di riscaldamento cerebrale e di influenza sul metabolismo ma la scienza non ha ancora trovato risposte certe e a questo dilemma. Le centinaia di studi che da fine anni '90 hanno cercato di misurare l'effetto delle radiazioni dei telefonini, sia sulle cellule in vitro che sugli animali da laboratorio e (attraverso censimenti e studi epidemiologici) sugli uomini hanno mostrato effetti nulli o molto ridotti. Ma anche un effetto ridotto, per uno strumento usato da oltre sei miliardi di persone con sempre maggiore frequenza, impone prudenza. Va sottolineata comunque la posizione dello IARC che inserisce le radiazioni emesse dai cellulari nella categoria degli elementi “possibilmente cancerogeni per l'uomo”, a significare che negli animali da laboratorio c'è sufficiente evidenza di un effetto cancerogeno, mentre gli studi sugli uomini offrono solo un'evidenza insufficiente.


    In ogni caso, i telefoni cellulari emettono radiazioni elettromagnetiche a bassa frequenza, assai meno pericolose delle radiazioni ionizzanti ad alta frequenza che hanno un effetto cancerogeno sicuro. Ma quando il telefonino è a contatto con la testa, una parte di queste radiazioni viene comunque assorbita dai tessuti di cervello, nervo acustico e ghiandole del collo.

     

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