DROGA PER NIGHTCLUB O RIMEDIO PER IL DOLORE?

Gli specialisti in terapia del dolore sono preoccupati per l’incremento dell’uso dell’anestetico noto come ketamina negli ambulatori privati. Negli USA infatti sono stati riportati centri che per denaro liquido somministrano infusioni endovenose di ketamina a pazienti che pervengono con una varietà di disturbi dolorosi.

Secondo il prof. Steven Cohen della Uniformed Services University of the Health Sciences di Bethesda, autore di una recente ricerca in materia, si tratta di un’attività molto lucrosa per i medici che conducono questi ambulatori, ed almeno alcuni di essi sono specialisti in terapia del dolore. La ketamina, un antagonista del recettore per l’ acido N-metil-D-aspartico NMDA), è stata impiegata come anestetico per la prima volta nel 1966, e negli ultimi anni l’interesse riposto nel farmaco è stato per il suo possibile ruolo come terapia efficace per una miriade di patologie dolorose, fra cui dolore neuropatico, sindrome dolorosa regionale complessa (CRPS), fibromialgia, nevralgia posterpetica, emicranie e traumi del midollo spinale.

Il dolore, peraltro, rappresenta la principale causa di disabilità nel mondo e non sono disponibili trattamenti realmente validi. Le significative proprietà psicomimetiche ed euforiche della ketamina hanno portato al suo abuso. La ketamina orale, talora chiamata Special K, è divenuta popolare come droga da nightclub, e rappresenta una delle principali cause di incidenti stradali in molte parti dell’Asia.

Oltre che il dolore, la ketamina viene impiegata anche per trattare depressione e sindrome di stress post-traumatico (PTSD), e la correlazione fra dolore cronico e depressione è molto complessa e probabilmente billaterale. Il dolore cronico può portare a depressione, ma i soggetti depressi che si autoflagellano o che si sottopongono ad un intervento chirurgico hanno maggiori probabilità di sviluppare dolore cronico.

Questi pazienti soffrono sia fisicamente che emotivamente, e la ketamina talvolta porta a sentimenti di euforia, facendoli sentire meglio, ma dato che si tratta di un potente analgesico ha effetti indesiderati significativi come nausea e cefalee, mentre la sua efficacia rimane tale solo per un breve periodo, ed i suoi effetti a lungo termine non si conoscono.

(American Academy of Pain Medicine (AAPM) 2017, sessione 407, presentata il 19/3)