Consegna a domicilio

Non puoi raggiungerci?

Prova subito il nostro servizio di consegna a domicilio.

Clicca qui.

  • Meduse tracine e ricci: come combattere l’irritazione della pelle dopo un morso

    25-07-2015
    generica

    Estate, sole e mare. Purtroppo è abbastanza comune in questo periodo dell’anno fare incontri ravvicinati con meduse, tracine e ricci che rappresentano vere e proprie insidie soprattutto per i bambini che trascorrono gran parte del tempo in mare o sulla riva. Ecco come comportarsi senza farsi prendere dal panico

    Le meduse appartengono ai Celenterati, sono fatte al 90% di acqua e costituite da un corpo centrale (Ombrella) dal quale si dipartono i tentacoli. La più diffusa nel Mediterraneo è la Pelagia nuctiluca, una medusa abbastanza velenosa, di circa 10 cm di diametro, di colore trasparente o violacea con lunghi filamenti, spesso presente in branchi.

    I tentacoli della medusa sono rivestiti da particolari cellule dette cnidociti contenenti un organo urticante: la nematocisti. Quest’ultima è costituita da una capsula e da un filamento urticante che, allo stato di riposo, è invaginato dentro la capsula. Lo cnidocita possiede una terminazione sensitiva che, se stimolata, provoca l’estroflessione del filamento come una molla e la secrezione delle tossine

    I filamenti urticanti penetrano immediatamente nella pelle e causano sensazione di dolore bruciante e poi di prurito intenso, mentre sulla pelle rimane una zona eritematosa, edematosa e con possibile formazione di bolla, detta flittene.

    Dopo il contatto con al medusa i sintomi sono:
    -Dolore bruciante al primo contatto
    - Orticaria dolorosa simile a un’ustione
    - Gonfiore, eritema, vescicole e bolle
    - ll contatto a livello oculare può causare congiuntiviti, ulcerazioni della cornea

    Lavare immediatamente e ripetutamente con acqua di mare l’area interessata per 15-30 minuti per diluire la tossina non ancora penetrata
    Asportare con delicatezza eventuali residui di tentacolo proteggendosi le mani o utilizzando oggetti come schede, tipo carta di credito (non usare le pinzette per
    rimuovere eventuali frammenti di tentacoli, perché la lacerazione di tessuti provocherebbe la fuoriuscita di tossine
    Accertarsi che ci è stato punto non abbia toccato la medusa con le mani nel tentativo di staccarla: è infatti importante che non avvenga il contatto con gli occhi per scongiurare il rischio di ulcere corneali
    Se l’estensione è significativa e riguarda zone esposte alla luce rivolgersi al medico o a un Pronto Soccorso per eventuali, ulteriori, terapie.

    Secondo i consigli della Società Italiana di Infettivologia Pediatrica (SITIP), dopo la disinfestazione con l’acqua di mare si può utilizzare bicarbonato. Creme a base di cortisonici possono essere utili ma non in acuto, in quanto la loro azione inizia circa 30 minuti dopo l’applicazione, quando cioè il massimo della reazione si è spento. Creme antistaminiche possono essere utili per alleviare il prurito, ma sono fotosensibilizzanti: bisogna quindi applicarle senza esporsi al sole. Meglio comunque consultare un medico prima di acquistare la pomata.

    Presi dal panico e dalla fretta, soprattutto quando la vittima è un bambino piccolo, è assai frequente commettere errori. Ecco alcuni suggerimenti sulle cose che proprio non andrebbero fatte:
    Evitare di strofinare con la sabbia la parte colpita
    Non usare l’ammoniaca perché aumenta l’infiammazione
    Evitare anche i disinfettanti alcolici perché potrebbero favorire l’apertura delle nematocisti
    Non grattare la zona dove è presente l’irritazione per non favorire la diffusione della tossina
    Evitare l’esposizione eccessiva al sole delle zone colpite per alcuni giorni (la cute potrebbe diventare più scura e “irritata”)

    Alcuni consigliano l’applicazione di cloruro d’alluminio esaidrato. Questo rimedio, però, non è ben tollerato da tutti. La riduzione del bruciore si verifica solo in alcuni casi e se il prodotto è utilizzato subito dopo la lesione

    Le tracine sono pesci di dimensioni tra i 15 e i 50 cm che vivono sui fondali sabbiosi o ghiaiosi. Quelle di dimensioni più piccole possono trovarsi spesso vicino alla spiaggia

    Esplora il significato del termine: a tracina presenta aculei (spine) sulla sua pinna dorsale che, penetrando nella pelle, rilasciano una tossina. Le aree in cui è più facile pungersi sono i piedi, camminando in acqua, o le mani, a seguito di pesca accidentale o dalle reti da pescaa tracina presenta aculei (spine) sulla sua pinna dorsale che, penetrando nella pelle, rilasciano una tossina. Le aree in cui è più facile pungersi sono i piedi, camminando in acqua, o le mani, a seguito di pesca accidentale o dalle reti da pesca

    Dolore molto forte subito dopo la puntura
    Gonfiore Formicolio e riduzione della motilità dell’arto interessato
    Minore sensibilità cutanea nella zona prossima alla puntura
    Il dolore può anche durare parecchie ore ed estendersi all’arto

    Se la puntura interessa la mano bisogna togliere subito gli anelli
    Asportare dalla cute eventuali parti delle spine dorsali del pesce
    Mettere immediatamente la parte interessata dalla puntura in un contenitore con acqua calda-bollente al limite della tollerabilità per circa 30-60 minuti allo scopo di inattivare la tossina

    Il calore infatti distrugge il veleno, che è costituito da una tossina sensibile al calore. Da evitare ghiaccio o acqua fredda, che peggiora le cose . Consultare il medico o il Pronto Soccorso per valutare l’opportunità di ulteriori terapie (applicare sostanze a base di ammoniaca è quasi inutile)Il calore infatti distrugge il veleno, che è costituito da una tossina sensibile al calore. Da evitare ghiaccio o acqua fredda, che peggiora le cose . Consultare il medico o il Pronto Soccorso per valutare l’opportunità di ulteriori terapie (applicare sostanze a base di ammoniaca è quasi inutile)

    Se si cammina a lungo in acqua utilizzare scarpette o sandali in plastica: in questo modo si possono evitare brutti incontri
    Imparare a conoscere questo pesce per evitare di toccarlo con le mani senza adeguata protezione in caso di pesca

    La puntura di tracina è davvero molto dolorosa e la tracina abbonda nei nostri fondali, quindi un «incontro ravvicinato» è purtroppo piuttosto frequente.

    I ricci solitamente vivono su fondali rocciosi poco profondi, in nicchie riparate scavate negli scogli. Se si calpestano, le spine, che sono fragili, si possono spezzare e rimanere conficcate nella pelle. Sono dolorose e fastidiose, quindi è consigliabile rimuoverle, meglio se con una pinzetta o con un ago sterile, cercando di non spezzarle. Se non ci si riesce è possibile provare, dopo aver lavato e disinfettato la zona colpita, a bagnarla con garze imbevute di acqua e aceto (scioglie i residui di spina). Non scavare intorno alle spine nel tentativo di rimuoverle e fare in modo che l’aculeo non si rompa dentro la ferita perché ciò renderebbe più difficoltosa la sua rimozione. La lesione guarisce rapidamente ma nel caso in cui subentri un’infezione è necessario ricorrere ad una terapia antibiotica.

    La lesione guarisce rapidamente ma nel caso in cui subentri un’infezione è necessario ricorrere ad una terapia antibiotica. Per prevenire le punture da riccio di mare quando si cammina sulla spiaggia o sugli scogli e quando si entra in acqua per concedersi un piacevole bagno può essere utile calzare scarpe di gomma.

     

    Corriere.it

  • Consegna a domicilio

    Non puoi raggiungerci?

    Prova subito il nostro servizio di consegna a domicilio.

    Clicca qui.